“ Si scrive ciò che si sente e si vive. Si scrive con tutto il proprio essere. E’ la sola maniera di essere onesti, di essere se stessi”.

Ivy Compton-Burnett

martedì 25 giugno 2013

EVELINA SCHATZ a Milano



POMERIGGIO CON EVELINA SCHATZ
Evelina Schatz, poeta, saggista, artista, in un torrido pomeriggio di metà luglio nel cuore di Milano.
Mi accoglie nel suo fresco studio, affacciato sulla bellissina piazza S.Austorgio, in un caftano di lino bianco. La rossa criniera da zarina, gli occhi trasparenti e vivaci. Un fascino senza età, assoluto, ammaliante.
La sua generosa accoglienza mi spinge a una intraprendente cascata di domande, consigli, curiosità. Vorrei sapere tutto di lei, della sua vita, della sua opera. La bellezza e l'arte, la cultura più pura abitano questo nido ombreggiato traboccante di quadri, collages, sculture, libri, fogli, quaderni, cappelli con veletta e fiori di seta.
Ecco che se ne infila uno di paglia chiara, coronato di foglie e frutti e usciamo nel pomeriggio afoso a mangiare un'insalta e bere vino bianco ghiacciato. I discorsi continuano ininterrotti. E le confidenze, come tra amiche che si ritrovano dopo lunga distanza, come tra artista e allieva, come tra donne che hanno storie alle spalle. Evelina generosa. Evelina donna forte e barocca, di intraprendenza non comune, di genio inesauribile. Che sa sorridere.
La vita riserva di questi incontri, per mia fortuna.
Me ne vado dopo aver lasciato libri e averne ricevuti altri in dono.
Con un bagaglio enorme ma leggerissimo di sensazioni, emozioni, idee e progetti.
Mi tuffo nella calca di un treno affollato immaginando Mosca che non ho mai vista e una musa fiammeggiante che l'attraversa tornando a casa: posata sopra i capelli una veletta nera, che colma la distanza e ricostruisce un teatro di forme amate.

Alina Rizzi
Milano, il 14 luglio 2006

(Evelina Schatz nel suo Studio di Piazza S.Eustorgio a Milano )

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