“ Si scrive ciò che si sente e si vive. Si scrive con tutto il proprio essere. E’ la sola maniera di essere onesti, di essere se stessi”.

Ivy Compton-Burnett

venerdì 28 giugno 2013

GRACE PALEY, la verità nuda e cruda

 
Ho scoperto Gracey Paley per caso, in libreria, anni fa, e sono rimasta affascinata dai suoi racconti brevi, rapidi, taglienti. Un agente letterario mi aveva appena comunicato che i racconti in Italia non vendono, dunque non interessano gli editori. "Meglio un romanzo brevissimo che una raccolta di racconti" disse, bocciando le mie storie-bonsai.
Dubbiosa iniziai a leggere Grace Paley, che senz'altro è più conosciuta in America, dove visse e scrisse, e ne ottenni un immediato senso di riscatto. Quei racconti erano belli senz'altro, e contenevano la rara capacità di andare dritto al sodo.
In "Piccoli contrattempi del vivere" Grace Paley ricorda la Mansfield, per l'abilità di raccontare i fatti più quotidiani, consueti e apparentemente banali, come fossero piccoli eventi. La vita di una donna che si occupa della casa, del marito e dei figli, per esempio, si riveste di una dignità nuova, quasi invidiabile. Ciò che però contraddistingue maggiormente la Paley dalla Mansfield, è forse l'ironia pungente che a tratti si trasforma in umorismo. Mi stupisce che i racconti risalgano alla fine degli anni '50: sono così irriverenti e provocatori che potrebbero appartenere ad una scrittrice contemporanea. Le situazioni narrate sono molto attuali e sembrano sottolineare come, in fatto di relazioni, molto poco sia davvero cambiato negli ultimi quarant'anni. Se oggi però, una certa "esuberanza" femminile è sintomo di vitalità ed emancipazione, nella maggior parte dei casi un diritto acquisito, in quegli anni, mi chiedo, com'era giudicata? Quanto coraggio ha avuto questa donna mentre scriveva le sue storie? E ancora: perché tante altre, invece, non dimostrarono atteggiamenti ugualmente vivaci e critici? Evidentemente, poichè l'epoca in cui si vive non giustifica sempre certe scelte di comportamento, non resta che far riferimento alla personalità individuale.
Vale a dire: una donna che vuole essere libera combatte le proprie battaglie in qualunque epoca o situazione, ma una donna che sa soltanto arrendersi alle circostanze non vede eventuali occasioni di fuga neppure quando se le trova davanti. Si può poi trovare una giustificazione a qualunque codardia ma, dal mio punto di vista, esistono solo attenuanti dietro una scelta rinunciataria.
"Enormi cambiamenti all'ultimo momento" è una raccolta di racconti metropolitani, durissimi.
Ricordo un bambino che gioca schiamazzando nel corridoio tra due vagoni della metropolitana e un uomo silenzioso, che osserva infastidito. D'un tratto l'uomo attiva il freno d'emergenza: il treno si blocca stridendo sulle rotaie, il ragazzino nell'urto violento cade e muore, schiacciato tra i vagoni. L'uomo non dice niente: osserva la scena e poi si allontana.
Oppure: una ragazzina lascia il paese d'origine annoiata dalla vita famigliare e si trasferisce in città. Incontra un uomo di colore, bello e forte, che la tratta con gentilezza e le offre cibo, riparo, un posto dove poter fare un bagno caldo. Ad un certo punto lui le domanda se vuole fare l'amore e lei accetta.
La mattina dopo quella ragazzina viene ritrovata giù dal quinto piano, con le ossa fracassate dalle botte prima che dalla caduta, e con un morso da bestia all'interno di una coscia. Lei aveva quattordici anni, ma l'uomo viene scarcerato subito, per mancanza di prove.
Un amico mi chiede: "Perchè leggi storie simili? Cosa ti attira?"
E' disgustato da questi racconti, dice che sono troppo duri, impressionanti. Io li trovo semplicemente onesti, veri, oggettivi. La realtà è molto spesso inimmaginabile, e questi racconti ne prendono atto.

Dal volume di poesie "In autobus" di Grace Paley - edizioni Empiria:

In autobus
Da qualche parte fra Greenfield e Holyoke
la neve divenne pioggia
e una bambina mi ha attraversata
Come una persona si muove attraverso la nebbia
come la luna si muove attraverso
una nuvola densa di notte
come se fossi nuvola o nebbia
una bambina mi ha attraversata
Sulla statale che corre
lungo miglia di stoppie
e di fabbriche di tabacco il nostro autobus andando
forte scompigliava la pioggia inclinata
e una ragazza senza nome nuda
con indosso l'ultima nudità dell'
infanzia respirò dentro di me
non una volta
in due fiati
in un sospiro mi sussurrò Ehi tu
comincia di nuovo
Di nuovo?
Di nuovo di nuovo vedrai
é facile comincia di nuovo tanto tempo fa

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